Il cappotto in polistirolo è ormai diventato uno dei prodotti per l’edilizia più famosi da quando il Superbonus 110% ha fatto capolino nel Bel Paese. Ma hai idea di cosa sia, in realtà?

Prenditi alcuni minuti di pausa per leggere questo articolo, ti porterà a scoprire tutti i pro e i contro che, di solito, nessuno ha il coraggio di dire ai non addetti ai lavori a proposito del cappotto in polistirolo. Iniziamo!

Indice dei contenuti

Prima di ogni cosa, ci tengo a chiarire un concetto: fra un cappotto in polistirolo ed un cappotto in polistirene non esiste alcuna differenza.

 

Sono semplicemente due modi diversi di chiamare lo stesso materiale.

Questo materiale infatti un polimero dello stirene, un idrocarburo.

 

 

Occorre precisare che la natura stessa del materiale, un derivato del petrolio, non rende il polistirene un prodotto ecologicamente valido.

 

 

Le emissioni inquinanti nelle fasi di produzione, trasformazione e smaltimento non sono trascurabili.

 

Tuttavia, ampliando gli orizzonti del nostro ragionamento, possiamo considerare il cappotto isolante realizzato in polistirolo uno dei nostri migliori alleati per il raggiungimento dell’obiettivo del risparmio energetico.

 

Se consideriamo infatti la disponibilità del materiale, la reperibilità del polistirene sul mercato italiano, i costi tutto sommato ridotti e (soprattutto) il fatto che ormai la maggior parte delle maestranze hanno imparato a padroneggiare questa tipologia di materiale, possiamo considerarlo la soluzione più semplice ed immediata per ridurre drasticamente i nostri consumi energetici.

Cappotto in polistirolo: durata?

La durata del cappotto in polistirolo è sicuramente uno degli aspetti fondamentali nella scelta della tipologia di isolamento corretto per efficientare la propria casa.

 

Isolare termicamente un edificio, infatti, richiede un investimento importante in termini economici, perciò è fondamentale che il cappotto, una volta installato, sia capace di resistere negli anni.

 

Ad influenzare la durata nel tempo di un cappotto in polistirolo abbiamo due fattori principali: il primo legato alla natura stessa del materiale, il secondo legato alle modalità di posa in opera del cappotto.

 

Se si rispetta questo, il tuo cappotto è destinato a durare.

Il polistirolo è un materiale immortale

Come hai letto all’inizio dell’articolo, il polistirolo (o polistirene) è un polimero derivato dalla stirene, un idrocarburo. E cosa sarebbero gli idrocarburi? Petrolio!

 

 

Di conseguenza possiamo dire che il polistirolo non è altro che plastica ad elevate prestazioni termiche. Per questo motivo la sua durata nel tempo è fuori discussione.

 

Con ogni probabilità, i pannelli di polistirene per cappotto termico sopravvivranno all’estinzione dell’uomo ancora per centinaia di anni, perciò non preoccuparti della durata dei pannelli in polistirolo.

ATTENZIONE!

Negli ultimi due anni diversi tecnici, ingegneri, architetti, geometri ed impresari si sono affacciati al mondo dell’isolamento termico.

Se da un lato questo non può farmi altro che piacere (il Superbonus 110%, al di là delle considerazioni politiche, ha dato una svecchiata al know how del settore, fermo agli anni ’70), dall’altro ha favorito la proliferazione di miti e leggende metropolitane sui sistemi isolanti più diffusi.

 

Il cappotto in polistirolo non si è salvato.

Molti fra gli addetti ai lavori affermano che i pannelli in polistirene sono destinati a durare fra i 10 e i 12 anni, dopo di che subiscono un decadimento prestazionale fortissimo, che pregiudicherebbe in maniera importante gli aspetti prestazionali dell’edificio.

 

Niente di più falso.

 

I pannelli in polistirolo per cappotto non subiscono alterazioni registrabili ed attribuibili all’invecchiamento del materiale.

Non seccano, non si bagnano, non si sgretolano senza una sollecitazione meccanica esterna.

Cappotto termico posato in opere con cestello

Installare un cappotto in polistirolo correttamente è la cosa più importante, se vuoi che duri

Su questo punto non girerò troppo intorno, non voglio usare convenevoli o mezze parole: se risparmi sulla posa del tuo cappotto termico, il tuo cappotto termico durerà poco.

 

Tante volte ho sentito amici che, credendosi furbi, hanno risparmiato (secondo loro) cifre ragguardevoli sulla posa in opera del cappotto termico, salvo poi trovarsi pochi anni (o mesi) dopo, a dover effettuare interventi di riparazione o risanamento, questa volta senza badare a spese.

 

Chi invece non ha avuto i soldi per effettuare le riparazioni, è rimasto con la propria casa danneggiata, e forse resterà così per sempre.

 

Ti risparmio le foto perché ne conosco alcuni e non mi va di metterli così in prima pagina, ma credo che il messaggio sia chiaro: troppo risparmio significa zero durata del tuo cappotto termico in polistirolo.

Il motivo è molto semplice

Non esiste fattore più determinante per la durata del cappotto in polistirolo di una corretta posa in opera. L’installazione del cappotto termico prevede l’esecuzione di molti passaggi, e tanti di essi sono fortemente discrezionali.

 

Mi spiego meglio.

 

Ogni edificio è unico: cambiano le tecnologie, l’epoca di realizzazione, gli interventi manutentivi di cui l’edificio ha beneficiato (o come più spesso accade, ha subito) nel tempo, l’esposizione al sole, al vento e all’inquinamento atmosferico.

 

Se consideri tutte queste variabili e le infinite combinazioni che da esse derivano, puoi renderti conto che trovare un altro edificio diverso dal tuo, dal quale puoi copiare integralmente l’intervento, è impossibile.

 

Di conseguenza osservare il tuo edificio con l’occhio dell’esperto non solo è importante, ma potrebbe essere l’unica cosa che conta davvero.

 

Una valutazione sbagliata nelle opere di preparazione necessarie alla parete PRIMA di installare i pannelli in polistirene ed ecco che ci si trova con cappotti termici in polistirolo scollati dopo pochi anni.

Una confidenza, direttamente dal “dietro alle quinte” dell’edilizia…

Voglio che tu sappia un segreto

Spesso il risparmio sta proprio lì: meno opere preventive, meno opere di preparazione, meno spese.

 

Quando chiedi dei preventivi per installare il tuo cappotto in polistirolo e ti sottopongono, come al solito, quotazioni molto al di sotto della soglia di allarme… scappa.

 

Scappa più lontano che puoi e non richiamarli mai più.

 

Il preventivo più basso, in edilizia, è sempre il risultato della riduzione delle opere di preparazione, ovvero opere necessarie e fondamentali, ma di cui il committente, non essendo del settore, ignora l’esistenza.

 

Dietro un prezzaccio si nasconde sempre l’assenza di adeguate operazioni di preparazione delle pareti, l’assenza delle necessarie opere di finitura del cappotto termico.

 

In altre parole meno tasselli antivento, meno profili metallici di protezione, uso di collanti scadenti etc.

 

Inutile dirti che spesso queste operazioni disoneste vengono condotte con la compiacenza (per tornaconto personale, per menefreghismo o per semplice ignoranza) di ingegneri, architetti e geometri… quelli che dovrebbero tutelarti.

 

Per questo motivo è fondamentale, quando si decide di installare un cappotto in polistirolo, scegliere un’impresa, un architetto, un ingegnere o un geometra che sappia quello che sta facendo.

Quanto costa un cappotto in polistirolo?

Capire le dinamiche che determinano il costo di un cappotto in polistirolo non è la cosa più semplice del mondo, ma continuando a leggere potrai avere un’idea di prezzo quantomeno affidabile.

 

Innanzitutto il fattore che più di ogni altro cosa determina il costo di un cappotto in polistirolo è il tipo di parete e di rivestimento sul quale andremo a lavorare.

 

Come ho scritto nel capitolo precedente, una parete ben preparata è fondamentale per ottenere un cappotto in polistirolo che duri a lungo.

 

Possiamo trovarci di fronte ad una parete intonacata con superficie liscia, senza grosse imperfezioni.

 

In questo caso, dopo una pulizia sommaria possiamo già installare il nostro cappotto.

Sono determinanti le lavorazioni preventive

Se invece ci troviamo di fronte a superfici più scabrose e irregolari, oltre alla pulizia potrebbe esser necessario agire sull’intonaco per ridurre le imperfezioni superficiali.

 

Il motivo è semplice: più è regolare la nostra parete, meglio verrà su il nostro cappotto in polistirolo.

 

La variabile legata alle modalità di posa può incidere in maniera determinante sul costo del cappotto in polistirolo.

 

Se invece escludiamo queste variabili, valutando solo il costo del sistema in sé, possiamo dire che si colloca nella categoria dei cappotti economici, dato che siamo fra i 35 ed i 50 Euro al metro quadro.

 

Costa sicuramente meno di tutti i sistemi che prevedono l’installazione di materiali naturali, ma al contempo non hanno le stesse prestazioni termoacustiche che vantano questi ultimi.

Sistemi di installazione del cappotto termico in polistirolo

I sistemi per posare in opera un cappotto in polistirolo sono essenzialmente due: 

 

 

Sistema di posa ad incollaggio e tassello

In questo sistema di posa, i pannelli vengono fissati alle pareti con un collante a base cementizia. Questo sistema di posa in opera viene completato da tasselli speciali fissati al cappotto.

ATTENZIONE!

Diciamolo una volta per tutte: la funzione del tassello per cappotto NON è per migliorare l’incollaggio.

 

Il tassello per cappotto in polistirolo è progettato per:

Questo è sicuramente il metodo più economico per installare un cappotto in polistirolo sulle pareti della propria abitazione.


 

Sistema di posa a secco

Questo tipo di posa è completamente diverso dal precedente.

In questo caso infatti abbiamo totale assenza di collanti o malte.

I pannelli di polistirolo vengono fissati sulle pareti installando una sottostruttura a griglia (in genere in PVC, raramente in alluminio) ad incastro, con uno schema di posa del tutto simile alle facciate ventilate dei grattacieli.

È un metodo sicuramente più costoso del precedente, e per posarlo correttamente è consigliabile utilizzare maestranze con un background da serramentisti.

Questo perché gli schemi e le criticità di posa sono molto, molto simili a quelli propri della posa dei serramenti.

La maggiore difficoltà di posa viene ripagata dalla durata nel tempo.

Se da un lato la mancanza di collanti rende più complicata la posa in opera, dall’altra consente di vincere il premio per la durata.

Questo cappotto infatti non teme assolutamente le sabbie del tempo.

Cappotto termico installato con sistema a fissaggio meccanico in pvc

Rivestimenti per il cappotto in polistirolo

Veniamo alla parte più interessante.

Fino ad ora abbiamo parlato di cosa c’è “sotto il cofano” di un sistema isolante in polistirolo, ma qual è l’impatto estetico che avrà il nostro edificio una volta terminati i lavori? Scopriamolo assieme.

Rivestimento silossanico

Senza dubbio è negli ultimi anni il rivestimento per cappotto termico più utilizzato in Italia.

 

Fra le caratteristiche principali abbiamo:

Buona capacità traspirante
Ottima resistenza agli agenti inquinanti, alghe e microorganismi
Assorbe pochissima acqua al suo interno

La resa estetica di un cappotto termico rivestito con resine silossaniche è quella di un tonachino liscio, raffinato.

Rivestimento ai silicati

A livello prestazionale è probabilmente il rivestimento migliore, anche se il costo ha limitato la diffusione di questo tipo di rivestimento per cappotti termici in polistirolo in Italia.

 

 

Questo tipo di rivestimento è: 

Il più traspirante in assoluto
Inattaccabile da funghi e alghe, grazie alla sua alcalinità
Totalmente esente da sostanze nocive

L’impatto estetico di un cappotto in polistirolo con rivestimento ai silicati è quello di un intonaco rustico, dalla texture incerta, simile ai rivestimenti a calce dei palazzi delle epoche passate.

Rivestimento metilsiliconico

Questo tipo di rivestimento, a base minerale, è caratterizzato dalla presenza di particelle al nano quarzo, che conferiscono: 

Elevatissima durata
Totale impermeabilità
Brillantezza dei colori

La resa estetica di un edificio con rivestimento metilsiliconico è quella di una facciata compatta e liscia.

Si può posare il cappotto in polistirolo sui mattoni faccia vista?

Questa è con ogni probabilità la domanda alla quale ho risposto il maggior numero di volte in questi ultimi due anni.

Al contrario di ciò che affermano la maggior parte dei tecnici, la risposta è sì, è possibile installare un cappotto termico in polistirolo su una parete con mattoni faccia vista.

Il perché è semplice: se ci pensi, anche le pareti rivestite ad intonaco, sotto lo strato di malta nascondono file e file di mattoni in laterizio.

Per questo motivo, in buona sostanza, non esistono differenze rimarcabili fra l’installazione di un cappotto in polistirolo su una parete intonacata e l’installazione dello stesso sistema isolante su una superficie con mattoni facciavista.

Spesso addirittura lavorare su questo tipo di supporto è meglio, in quanto si lavora su un materiale con una consistenza ed omogeneità migliore rispetto a malte di rivestimento che possono al contrario presentare microlesioni e pericolosi vuoti d’aria.
​Passiamo ora ai vantaggi che comporta l’installazione di un cappotto termico in polistirolo, senza dimenticare tutti gli svantaggi che una scelta del genere potrebbe comportare.

Vantaggio #1: Il cappotto in polistirolo è economico

Considerando tutti i materiali ad oggi disponibili per realizzare un intervento di isolamento termico delle pareti, la scelta dei pannelli in polistirene è sicuramente una delle più economiche.

Vantaggio #2: La maggior parte delle maestranze sa come installarli

Negli ultimi 20 anni abbiamo assistito ad una progressiva diffusione dei cappotti in polistirolo.
 
È stato un lento crescendo, ma alla fine, anno dopo anno, le installazioni si sono moltiplicate, rendendo le maestranze sempre più padrone di questa tecnologie.
 
Per questo motivo oggi in Italia il cappotto in polistirolo è di sicuro il preferito dalle maestranze, che apprezzano soprattutto il fatto di non dover utilizzare particolari accorgimenti contro l’umidità.
 
Inutile aggiungere che, se le maestranze utilizzano più spesso una data tecnologia, diventano con il tempo più bravi, diminuendo il margine di errore possibile durante le operazioni di posa.

Negli svantaggi tralascerò gli aspetti legati all’impatto ambientale.
 
La ragione è semplice: da un po’ di tempo non si fa che parlare continuamente di green, eco, bio etc.
 
Lasciatemi dire che, nel 99% dei casi, sono delle gran cazzate.
 
Da qualche anno a questa parte tutto è eco: il laterizio è eco, la guaina bituminosa è eco, il catrame è eco… Finiamola.
 
I prodotti eco esistono, ma sono ancora pochi, poco disponibili sul mercato e non possono essere utilizzati in tutte le occasioni.
 
Tutto gli altri materiali producono emissioni inquinanti, punto.
 
Per questo motivo non c’è bisogno che ti dica che i pannelli in polistirolo, essendo plastica prodotta dal petrolio, hanno un impatto ambientale maggiore di una fresca rosa di campo.
 
Andiamo avanti.

Svantaggio #1: Il cappotto in polistirolo d’estate funziona MALE

Sto immaginando la tua faccia sorpresa, mentre pensi al tuo amico ingegnere che ti avrà consigliato il cappotto in polistirolo proprio perché “così ti tiene la casa più fresca in estate”.

 

Bene, veniamo al sodo: il cappotto termico in polistirene, se non hai un buon impianto di raffrescamento estivo, funziona malissimo.

 
Questo fenomeno è la diretta conseguenza della natura sintetica del materiale: il polistirene infatti non traspira.
In altre parole, non ci passa attraverso nulla.
 
Né acqua, né umidità.
 
Di conseguenza, quando installi un cappotto termico in polistirene sulle pareti della tua casa avrai grandi benefici in inverno, ma qualche problema di surriscaldamento in estate.

Mi spiego meglio con un esempio pratico

Immagina di passeggiare per il corso della tua città indossando un cappotto imbottito in poliestere il 21 dicembre.
 
Il calore prodotto dal tuo corpo resta intrappolato, bloccato dal cappotto in poliestere, regalandoti una piacevole sensazione che ti permette di continuare la tua passeggiata senza particolari problemi.
 
Ora immagina te, con lo stesso cappotto in poliestere, camminare sul lungomare di una città del sud Italia il 21 luglio.
 
Il calore prodotto dal tuo corpo resta intrappolato all’interno del tuo cappotto in poliestere, saturando l’umidità che torna al punto di partenza, sulla tua pelle, facendoti sudare fino a stare male.
 
È esattamente questo che accade anche al tuo edificio.
 
Si può risolvere questo inconveniente?
Certo che sì.
 
Per risolvere il problema del surriscaldamento della tua casa a causa del cappotto in polistirolo basterà installare un impianto di raffrescamento adeguatamente progettato.
 
Occhio: installare due split presi al centro commerciale vicino casa tua non ti salverà.
 
Gli impianti “fast food” infatti non tengono adeguatamente a bada l’umidità dell’aria, fattore fondamentale per evitare inconvenienti estivi col tuo nuovo cappotto.

Svantaggio #2: Il cappotto termico in polistirene può creare muffa in casa

​​Se hai letto le ragioni per le quali il cappotto in polistirolo in estate non funziona granché bene, capirai facilmente anche il motivo per cui può creare muffa all’interno della tua casa.

 

Dato che i pannelli in polistirene in pratica non traspirano, se non abbiamo un sistema o un impianto capace di smaltire l’umidità che noi produciamo, questa comincia a saturarsi.

 

Di conseguenza, una volta raggiunto il punto di saturazione il vapore tenderà a condensare sulle pareti esterne.

Come azzerare il rischio che il cappotto in polistirolo provochi la formazione di muffa in casa?

​​Per evitare la formazione di muffa sulle pareti di casa in seguito all’installazione di un cappotto termico in polistirolo abbiamo due metodi.

 

Possiamo ricordarci di lasciare i nostri infissi in assetto microventilante.

 

Oppure possiamo acquistare un impianto di VMC (Ventilazione Meccanica Controllata), che altro non è che un circolatore d’aria.

 

In quest’ultimo caso, la VMC provvederà autonomamente a rilevare il grado di umidità e, se necessario, attivarsi per smaltirla.

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